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Da piccoli semi nascono grandi foreste

 

Waldorf, o Steineriana, è il nome di questa incredibile proposta pedagogica, fondata dal filosofo e fondatore dell’antroposofia, Rudolf Steiner, nel 1919.

La prima scuola è stata fondata a Stoccarda, in Germania, per i figli dei lavoratori dello stabilimento Waldorf Astoria. Oggi ci sono 1182 scuole in tutto il mondo, 804 solo in Europa, partendo dalla scuola materna e arrivando anche alle università, come la Waldorf University, negli Stati Uniti.

Molti anni fa, quando il mio mondo era fatto di viaggi, amici e discoteche, mia sorella, che si era appena tuffata di testa nel magico limbo della maternità con tutte le sue gioie e sfide, mi parlava di questa pedagogia con una certa euforia.

E quale essere umano, privo di bambini e completamente ignorante sul mondo infantile, sarebbe interessato alla pedagogia? Ma tale era il suo entusiasmo, lo scintillio nei suoi occhi mentre me ne parlava, l’enfasi nella sua voce, che per me era irresistibile voler approfondire il discorso.

Pur sapendo che l’argomento era a chilometri di distanza dal mio mondo, mi sono incuriosita da tutto ciò che c’era dietro a quella pedagogia, cioè la filosofia antroposofica, in cui la realtà fisica e la dimensione spirituale sono studiate in modo scientifico e unitario, concependo la manifestazione divina in continua evoluzione.

Questa manifestazione può essere studiata e osservata nell’equilibrio e nella perfezione della natura; nel movimento delle stagioni, nella crescita, maturazione, morte e trasformazione di ogni creatura terrena; nell’andirivieni di specie e nelle conseguenze del nostro impatto su un sistema che è sia fragile che necessario.

Come la natura in tutte le sue manifestazioni, anche noi esseri umani nasciamo dal seme, cresciamo, maturiamo, moriamo e diventiamo spiriti in essenza e nutrimento per la terra.

In questa concezione Rudolf Steiner vedeva nella psiche del bambino le stesse potenzialità delle forze della natura, ma allo stesso tempo la stessa fragilità che rende questi sistemi facilmente manipolabili e distruttibili dagli eventi.

Pertanto, Steiner, basato sulla tripartizione dell’uomo (corpo, anima e spirito), ha creato un metodo educativo di sviluppo armonioso delle facoltà cognitivo-intellettuale (pensiero), creativo-artistico (sentimento) e pratico-artigianale (volontà), così che i futuri uomini e donne possano sentirsi pienamente realizzati.

Fondamentalmente il bambino viene visto e trattato come una gemma, un minuscolo seme capace di elaborare informazioni ed emozioni in modo molto più efficace se lasciato libero di sperimentare, vivere, abbracciare, comprendere e accettare le proprie emozioni.

L’educatore, cioè tutti coloro che partecipano alla crescita del bambino, stanno davanti al bambino con grande rispetto, nella profonda convinzione che il ruolo dell’adulto è quello di creare un ambiente favorevole affinché la capacità innata del bambino di manifestarsi ed esprimersi si sviluppi armoniosamente.

La mia più grande sfida come persona adulta, cresciuta in una società tradizionale, è sapere come e quando stabilire limiti e regole, poiché ho un autoritarismo tossico profondamente radicato e guardare i bambini con questo grande rispetto richiede un’enorme quantità di (de)costruzione educativa da parte mia, anche a livello emotivo.

Gran parte dei miei progressi nel ruolo di madre-educatrice è grazie alla scuola Rudolf Steiner di Rivapiana, in Ticino (Svizzera), dove i miei figli studiano da più di 4 anni, e all’intera comunità formata da famiglie, insegnanti e studenti, poiché il processo di apprendimento nell’ottica ‘Steineriana’ e della ‘Comunicazione Non violenta’ non è né individuale né unilaterale.

In questo contesto, la pedagogia Waldorf coinvolge attivamente le famiglie a 360º: dall’assegnazione dei turni dei vari compiti, alle decisioni organizzative e amministrative dell’istituto, trasformando la realtà scolastica in una sorta di continuità della casa.

Come madre, credo profondamente che tutto questo investimento sia molto positivo ed efficace a breve e, soprattutto, a lungo termine, però, è qualcosa che richiede molta energia, molta presenza e concentrazione; e senza voler dare l’impressione di essere la madre perfetta, confesso che ci sono giorni (tanti anche) in cui mi sento la peggiore delle madri!

D’altronde, come tutto ciò che è ancora nel processo evolutivo, anch’io vivo momenti di grande fatica fisico-mentale-emotiva, nuotando attraverso gli oceani della mia mente per tornare in equilibrio; ma, quando ci circondiamo da persone positive e con gli stessi propositi, ritrovarsi diventa un bellissimo, immenso gesto d’Amore.

Consapevole di quanto sia importante il ruolo di un sistema pedagogico alternativo, del tutto fuori dagli standard attuali, nell’elevazione dell’essere intrinsecamente completo, sono molto grata a quella sorella che, con tanto entusiasmo, ha condiviso con me questa realtà senza la minima idea che, un giorno, mi avrebbe reso una persona migliore e una madre consapevole per i miei figli e per la società.


Tradotto e adattato dal mio articolo originale in lingua portoghese sulla rivista digitale aEmpreendedora: Waldorf e a pedagogia no desenvolvimento humano

Karla Rossette

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